Matteo Nicolucci e il mondo Nacra17

Matteo Nicolucci e il mondo Nacra17


L’avere così tanti Nacra in casa suscita la curiosità di tutti, con rappresentanti da varie nazioni e nuovi talenti nelle classi olimpiche. Tra di loro, Matteo Nicolucci, figura ben nota al Windsurfing  Club Cagliari, sia come regatante in passato che, ormai da diversi anni, come allenatore. Nicolucci ha lanciato numerosi atleti di alto livello, tra i più famosi Gigi Ugolini e Maria Giubilei, formanti un equipaggio quotato tra i primi tre al mondo. Un’altra eccellenza nata dalla squadra di Matteo è Caterina Banti, attuale medaglia d’oro nella classe Nacra 17 insieme a Ruggero Tita. Questo fervente movimento nei Nacra 17 ha attirato l’attenzione degli appassionati al Windsurfing Club. Attualmente a Cagliari, ospite del WCC, abbiamo approfittato della presenza di Matteo per approfondire la comprensione di questo affascinante mondo del multiscafo olimpico

 

“Il Nacra17 è sviluppato prevalentemente nei paesi occidentali, probabilmente a causa dei costi proibitivi per la maggior parte delle persone. È molto diffuso in Francia, Olanda, Belgio, Australia e Svizzera; sono le nazioni che hanno investito di più nel Nacra15 a livello giovanile ed ora stanno cominciando a vedere i frutti. C’è un piccolo cambio generazionale in atto, con molti giovani che si sono avvicinati al Nacra17 olimpico. Tieni conto che nella new generation al campionato europeo di Vilamoura a novembre 2023 c’erano almeno 20 equipaggi. Le nazioni più forti sono ovviamente l’Italia in testa, con un palmares assolutamente inavvicinabile, non solo con Tita-Banti, ma anche con gli altri; insomma, un’altissima qualità. Il sistema italiano e le competenze vengono copiate.  Il Regno Unito segue da vicino, essendo effettivamente partner di allenamento de l’Italia Team. La Svezia ha una solida organizzazione da anni, con un ottimo coach e la consulenza ingegneristica per lo studio dei foiling di Laura Marimon, un’ingegnere aereospaziale esperta di foiling e mia ex atleta nel primo quadriennio Nacra17, trasferitasi successivamente nel nord Europa.

Quando si parla di allenamenti in generale per le attività olimpiche, nello specifico si intende la preparazione invernale, ovvero quel lungo periodo lontano dalle regate di calendario di Coppa del Mondo e/o Mondiali, Europei o Campionati Continentali in genere. Generalmente, abbiamo scelto Cagliari, con una parentesi interessante a Vilamoura, Portogallo, alla fine del 2023.

Marsiglia, per quanto ne so e per quanto ho avuto il piacere di conoscere e studiare, è un campo molto interessante. Intanto, bisogna specificare che l’area designata per i Giochi Olimpici sarà quella di fronte al mare, detta La Plage, Point Rouge, di fronte alla penisola di Callelongue, a est della città vera e propria; questa baia è chiusa a nord-ovest dall’isola di Frioul. Spesso, il maestrale è presente, ma in estate è più raro, mentre è più comune la brezza marina da sud o sud-est, che si incanala accelerando tra la penisola di Callelongue. Il campo non è facile a causa dell’onda di ritorno e della risacca che torna dopo aver toccato la scogliera, poiché tutta la costa è morfologicamente molto rocciosa. Quindi, ci si aspetta venti medi leggeri o scenari stravolti con venti forti di maestrale. Ci saranno 5 campi, con le classi che ruotano; ogni campo ha caratteristiche diverse, e mi fermo qui.

 

Diciamo che nell’inverno del 2024, anno pre-olimpico, Cagliari è stata la location più richiesta per la classe Nacra17 Olimpica, con ben 20/21 team provenienti da tutto il mondo; attualmente è sicuramente la location più numerosa e importante per il catamarano olimpico. Ci sono diversi motivi. Da anni, qui si allenano e preparano i migliori, come i campioni olimpici Tita-Banti e i campioni mondiali, Jonh Gimson, medaglia d’argento a Tokyo e attuale campione europeo, e Ugolini-Giubilei, ora al test event olimpico di Marsiglia. Fatevene una ragione! Vorra’ dire qualcosa? Inoltre, la location è spettacolare, è difficile non trovare vento, e l’opportunità di svolgere numerose ore e giorni di sessioni invernali diventa efficace per gli atleti. Prima di tutto, c’è il volume, poi costruiamo la qualità.

DCIM100MEDIADJI_0057.JPG

 

Il Windsurfing Club di Cagliari è in qualche modo la mia seconda casa sportiva. Sebbene io abbia sviluppato le mie competenze veliche sul Lago di Bracciano, vicino a Roma, i miei migliori risultati agonistici sono arrivati quando regatavo a Cagliari. In qualche modo, questi risultati hanno contribuito a ciò che faccio e sono oggi. Il Windsurfing Club è un luogo principalmente dedicato all’attività sportiva, in cui si respira la passione per la vela. È un club focalizzato sullo sport e non sul gioco delle carte. Sì, l’ho visto cambiare nel corso del tempo. Si è strutturato con istruttori e coach competenti che organizzano regate, allenamenti, stage durante tutto l’anno, senza dimenticare la scuola vela, tra le migliori in Italia, in uno scenario straordinario con acque stupende, vento e profumo di macchia mediterranea.


Gigi e Maria, così come in passato Caterina Banti, sono atleti che provengono dalla mia filiera personale e ora sono i protagonisti della nazionale italiana nel catamarano olimpico. Da un anno, sto seguendo il team di punta del Nacra17 della nazionale giapponese, che si allena qui a Cagliari con alcuni partner di preparazione, tra cui i due giovani italiani U24 Hirsch-Fava, che fanno comunque parte della nazionale italiana. Insieme a loro, c’è il giovane team della nazionale svizzera.

I programmi prevedono la preparazione invernale a Cagliari fino a marzo e la partenza per Palma de Mallorca a fine marzo per partecipare alle prime tappe di Coppa del Mondo. Tuttavia, l’obiettivo principale sarà Hyères in Francia, dove il Giappone si giocherà gli ultimi slot olimpici con altre 9 nazioni. Se tutto andrà per il verso giusto, inizieremo la preparazione per avvicinarci ai Giochi, che molto probabilmente includerà la partecipazione ai Mondiali della Grande Motte in Francia a maggio, seguiti da un periodo di ambientamento e preparazione sul campo olimpico.

Se le cose non andranno bene, ho sempre un piano B. Un velista deve avere sempre un’altra strategia pronta in caso di un bordo non favorevole!”